L’incidente del fischio durante il minuto di silenzio per Gigi Riva a Riyad rivela differenze culturali e sfide nel mondo del calcio.
Durante la recente Supercoppa Italiana a Riyad, un gesto ha destato notevole scalpore: il pubblico ha fischiato durante il minuto di silenzio dedicato a Gigi Riva, leggendario attaccante del Cagliari, scomparso il 22 gennaio all’età di 79 anni. Questo episodio ha suscitato un’ondata di indignazione, specialmente tra coloro che vedono in Riva un simbolo non solo calcistico, ma anche culturale della Sardegna.
Cultura e religione: i motivi dietro i fischi
Tale comportamento, per quanto possa apparire irrispettoso, ha radici in una questione culturale e religiosa. In Arabia Saudita, la pratica del minuto di silenzio non è comune e viene spesso vista con disapprovazione. Questo atteggiamento non è una novità: già in occasioni precedenti, come nel match contro l’Australia per le qualificazioni al Mondiale 2018 e durante il recente ricordo di Beckenbauer, si erano registrati episodi simili.
Il minuto di silenzio è considerato in Arabia Saudita come “Bida’h”, ovvero un’innovazione rispetto alla tradizione, non praticata dal profeta Maometto, quindi ritenuta non adatta. Questa visione conservatrice dell’Islam, prevalente nel paese, spiega il rifiuto di tale pratica anche in circostanze di lutto nazionale.
La federazione saudita e la questione dei minuti di silenzio
La Federazione calcistica dell’Arabia Saudita ha più volte dovuto gestire le reazioni internazionali a questi episodi. Nel 2017, ad esempio, si scusò per il mancato rispetto del minuto di silenzio in onore delle vittime degli attacchi terroristici a Londra. Tuttavia, anche in quell’occasione, aveva preannunciato l’intenzione di non aderire a questa pratica.
Nonostante le ragioni culturali e religiose, l’episodio ha suscitato reazioni negative, soprattutto tra i tifosi italiani e i sostenitori di Gigi Riva. La sua figura rappresenta molto più che un semplice giocatore di calcio: è un’icona dello sport e un simbolo dell’identità sarda. Il disprezzo dimostrato in un momento di omaggio a questa leggenda ha sollevato interrogativi sulla sensibilità culturale e sul rispetto reciproco in contesti sportivi internazionali.
Questo incidente mette in luce come lo sport, oltre ad essere un’arena per l’atletismo e il talento, è anche un campo dove si intrecciano culture, tradizioni e valori diversi. La sfida rimane quella di trovare un equilibrio tra il rispetto delle diverse tradizioni culturali e religiose e la celebrazione delle figure iconiche dello sport, in un contesto di reciproco rispetto e comprensione.